Alcuni associati ci segnalano di aver ricevuto una diffida di pagamento prima di ricevere la bolletta del gas.
Cerchiamo di fare chiarezza: per prassi il gestore invia la bolletta al cliente circa venti giorni prima della scadenza, in modo da permettere al destinatario di riceverla e di poterla pagare in tempo.
Negli ultimi tempi però, a causa delle difficoltà economiche di molte famiglie italiane, alcune bollette non vengono saldate nei termini: in questi casi il gestore, accertato il mancato pagamento, ha l’obbligo di inviare una raccomandata di diffida al cliente per intimargli il pagamento entro ulteriori quindici giorni, termine oltre al quale può ordinare la riduzione di potenza o lo stacco totale del servizio.
Non siamo a conoscenza del motivo ma abbiamo constato che Facile Energy – gestore che opera nel mercato libero – ha eseguito una inversione delle procedure: il cliente riceve la diffida prima di ricevere la bolletta.
Facciamo un esempio pratico: per una bolletta in scadenza il 25 del mese l’utente ha dieci giorni di tempo per presentare reclamo o per chiederne la rateizzazione, quindi fino al giorno 4 del mese successivo.
Avendo però ricevuto una diffida con preavviso di stacco datata 16, l’utente è obbligato a saldare la cifra entro il giorno 1 del mese successivo, cioè tre giorni prima di quanto a lui concesso in forma ordinaria, e ben diciotto giorni prima di rischiare lo stacco in caso di invio della diffida dopo il decimo giorno dalla scadenza, come da prassi.
Conseguenza di tale condotta è che l’utente se non paga, rischia di trovarsi in pochi giorni senza luce o senza gas.
Tutto questo a tacere dell’illegittimità di una procedura come quella descritta sopra, ove il creditore esige (addirittura con una diffida) il pagamento del credito prima della scadenza del termine di riscossione, e prima ancora di aver informato il consumatore circa l’ammontare del prezzo da pagare, informazione che viene fornita proprio tramite la bolletta.
Foto di Frauke Riether da Pixabay